Finardi: «Il mio concerto tricolore»


31 maggio 2011 —   pagina 28   sezione: Cultura e Spettacoli

«Scavando sotto i fronzoli c’è un pezzo forte, con un linguaggio della sua epoca che ha animato generazioni di italiani». Dopo aver infiammato il concerto del Primo Maggio di piazza San Giovanni a Roma, il 2 giugno – Festa della Repubblica – le note della versione rock dell’Inno di Mameli risuoneranno sotto la Ghirlandina, dove Eugenio Finardi terrà un grande concerto gratuito. Modena celebrerà la Festa della Repubblica con uno spettacolo di musica e parole. Gli appuntamenti prendono il via giovedì alle 17.30, con il benvenuto del sindaco Giorgio Pighi, a cui seguirà uno spettacolo di Vito. Il comico bolognese commenterà 12 articoli della Costituzione. Intorno alle 18, il concerto del cantautore milanese.
Una scaletta tricolore per il concerto modenese?
«È un grande onore suonare in piazza Grande per la Festa della Repubblica. Le mie scalette sono sempre un po’ tricolore, basti pensare a “Dolce Italia” o alla versione rock dell’Inno nazionale. Quella di piazza Grande è l’occasione più adatta per riproporlo, ma non ho ancora deciso se in apertura o in chiusura di concerto».
Quanto è rock il nostro inno?
«Mi sembra un canto fondamentale, a partire dal suo titolo: “Il canto degli italiani”. Noi siamo riusciti a farlo rock. È stato sufficiente togliere i vari “paraponziponzipò”. Scavando sotto i fronzoli, c’è un pezzo forte. Un po’ come il nostro popolo, che sotto i fronzoli nasconde le qualità. I concerti di massa sono un’ottima occasione per accorgersi dei mutamenti. Con il concerto del Primo Maggio mi sono accorto che qualcosa sta cambiando».
Ovvero?
«C’è una generazione di ventenni che conosce la politica solo come litigi tra due persone in tv. È la stessa generazione che chiede di avere una patria, intesa come terra dei padri, che dia un sistemi di valori, una struttura, un’accoglienza. Un sistema magari da trasgredire, ma che ci sia. Noi stiamo mancando la loro richiesta di unione».
Un vuoto che la musica può colmare.
«Le parole della musica sono pace. I concerti sono accordo e armonia».
Tra i suoi grandi successi, Extraterrestre. Come spiegherebbe a un E.T. la Festa della Repubblica?
«Bisognerebbe prima vedere come comunicare. Poi gli spiegherei che stiamo festeggiando il momento in cui ogni membro del nostro popolo ha ottenuto uguali diritti e uguali doveri».
Crede che oggi sia ancora così?
«Non tutti adesso hanno le stesse opportunità. Direi che dei tre motti della Rivoluzione francese, l’egalitè è quella meno frequentata. Un tempo si potevano lasciare aperte le porte delle case. Oggi le diseguaglianze creano anche le paure. Ma il mio non è un discorso politico. Piuttosto è un discorso intorno alla felicità».
Evaristo Sparvieri

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