11 giugno 2011 — pagina 31 sezione: Nazionale
di Evaristo Sparvieri FORMIGINE Cervelli musicali in fuga? Ha l’armonia delle più belle fughe di musica classica la storia di Spira Mirabilis, l’orchestra senza direttore, composta da musicisti professionisti, da tempo di casa a Formigine, che nel corso degli anni ha conquistato un palcoscenico internazionale. L’estero, con tutte le sue opportunità, o la libertà artistica conquistata faticosamente qui a Formigine? Dal 64° Festival di Aldeburgh, in Inghilterra, Spira Mirabilis, ammettono che l’estero fa gola. Ma rinunciare alla libertà artistica offerta sin dagli esordi dalla città modenese non è facile. Venti di allontanamento, l’autunno scorso, che la primavera sembra aver scacciato via. Almeno in parte: un appartamento offerto dal Comune formiginese, in cui ci si divide il bagno anche in 25 persone. La polisportiva per far le prove: «Con una buona acustica per far le prove», ammettono all’Orchestra. Il buon cuore dell’Italia e dell’amministrazione formiginese offre alloggio ai musicisti internazionali di Spira. Ma fino a quando professionisti dell’arte della musica classica potranno fare a meno di un sostegno all’altezza del loro successo internazionale? Il dilemma è amletico. «Adesso siamo appetibili per molti – ammette uno dei suoi fautori Timoti Fregni dall’Inghilterra – All’estero il lavoro viene riconosciuto di più e meglio, ma non possiamo dimenticarci che Formigine ci ha supportato in tutto, sin dagli inizi. Ha creduto in noi e ci ha dato una mano. Ci saranno altre amministrazioni disposte a sottostare alle nostre condizioni?». Perché Spira Mirabilis, prima ancora che una formidabile orchestra, è un progetto innovativo: un’orchestra senza direttore, per cercare nuovi luoghi, nuovi pubblici da avvicinare alla musica d’arte. Le condizioni a cui fa riferimento Fregni sono proprio l’essenza della libertà conquistata negli anni, «una libertà che Formigine ci ha dato e che altrove, invece, va ancora conquistata»: suonare strumenti d’epoca, senza solisti, eseguire un solo pezzo a concerto. «La fondazione ha confermato il suo contributo e la Regione ci darà il suo aiuto – continua Fregni – Sono segnali positivi, ma il rischio trasloco c’è sempre: attualmente in Inghilterra abbiamo a disposizione un alloggio, una sala prove di prima qualità e un cachet che in Italia ci sogniamo». Gli amanti della bella musica posson stare per ora tranquilli: «Per nulla al mondo sacrificheremmo la nostra libertà, ma siamo aperti alle offerte se dall’altra parte ci assicureranno indipendenza con condizioni di vita e cachet all’altezza. ©RIPRODUZIONE RISERVATA